Amo la gente
che non torna.
Quelli che lasciano
un ricordo leggero
come un cappello
posato su una panca
e lasciato lì
a raccogliere pensieri
e polvere.
Amo il ricordo
di mani ruvide.
Abilissime
ad intrecciar
vimini e racconti.

Amo coloro
che non tornano
e li rivedo ancora
con gli occhi
gonfi di troppa
campagna, nelle sere
lunghe d’autunno
spegnersi piano,
insieme al fuoco.

Li amo
e prima o poi
li raggiungerò
per respirare ancora
quell’alito caldo
di tabacco e vino novello.

Ma ora
ho tutta una vita
da vivere correndo
ed avrò solo
il loro ricordo tenero
a lenire gli affanni.

Giancarlo Piciarelli
Roma
1.o Classificato