Il cielo non imbrivida più
con stupori nordici
gli alberi accampati
e lente lune si dissolvono
sul rabbioso risveglio
della terra addormentata.
L’allodola arpeggia
i suoi liberi voli
in un azzurro senza spazio
e la vite non più prigioniera
da fumee invernali
rinnova la nuzialità
con l’olmo nudo.
E quando l’autunno scamicia
il caldo respiro della terra
vigne come scalzi fanciulli
-inciampano-
tra alberature di stelle
e zolle di bora frantumata
E ancor prima
che sulle pannocchie
morte alla fatica estiva
giungano brezze gridate
da venti sconosciuti
– esplode –
la rapsodia dei grappoli
in un teatro senza maschere
Coralli gonfi di vino
– cantano –
come chitarre melanconiche
sui pudori autunnali
E quando siepi di marruca
– imbarcheranno –
macchie di pettirossi
urlerò come un pirata
perché già riluce
su mari di rugiada schiusa
il Chianti della mia terra
…………………………..
Basta una perla di vino
nel cavo di un bicchiere
per riscoprire fonti di vita.
Giuseppe Batoli
S. Cassiano (RA)
2.o classificato