Vorrei scrivere una storia
senza nessun falso bavaglio
davanti alla bocca serrata
e cuore di vetro frantumato
guardando mammelle di monti
solcati da trecce di sentieri
per tagliole a lepri e tassi.
Con l’ulivo dipinto sul volto
hanno bussato al mio “castello”
per rubarmi l’anima del verde.
Ora dalla cima di un castagno
urlo col coltello tra i denti
perché non voglio che domani
la pelle nuda dei miei piedi
senta il morso del cemento.
Voglio ancora udire il vento
che scuce la polvere dai sassi
e cogliere i rossi mandarini
dalle alberature dei tramonti.
Ridatemi fossi canterini
e le spighe in curva preghiera
che cercano abbracci d’albe.
Voglio sentire la sveglia del tordo
e il colpo del bastone di mio padre
che picchia sulla fame della tavola
per dirmi che anche quel giorno
è già pronto un piatto di sole
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E su questo silenzio raccolto
Ogni notte piange un usignolo
Giuseppe Batoli
S. Cassiano
3.o classificato