E’ morto ieri il barbone tra due
fioriere, stanza da letto di piazza
Marina. E’ morto il gigante barbone
nel suo cappotto-bara tra gelati
soffi (saranno paghi i farisei
della turistica immagine, sgombro
il porto della sua presenza). Eppure
gli bastava che la luna stillasse
per lui viniferi grappi di luce
e di calore, compagno il brillio
confidente delle stelle; bastava
che gli pungesse le narici il salso
sapore di mare in sprilli di brezza,
che gli danzasse agli occhi di gabbiani
un volo, mentre cuccioli indifesi
nelle tane uggiolavano del cuore.
Chiusi i conti del dare e dell’avere
D’impareggiati bilanci. Che conta?
Io, per me, so solo che s’è chiuso
Il giro d’un volto ispido ma chiaro
Che una volta m’offrì tutto il suo pane
E mi sorrise dall’aspro pastrano.
Sezione 2
Tema libero
1° Classificato
Balestriere Pasquale
Barano D’Ischia –NA-