Eccoti il vino,
succo divino
d’acini neri,
scacciapensieri:
riempi i bicchieri
per me e per te:
tempo non c’è.
Sciogli la briglia,
lasciati andare;
dalla bottiglia
versa quel mare
d’acqua vermiglia.
E’ bello navigare
con la nostra flottiglia
e farci con le ossa trascinare lungo tutto lo scheletro, la ciglia,
pelle, palato, lingua, labbra, bocca,
naso, i remi premuti sullo scalmo,
scivolare, abbrivare, in mare calmo,
alta la prua, veloce, all’erta scocca,
gonfia di vento limpido la cocca.
Non si stanchino gli occhi di guardare
la sciolta lucentezza, d’alluciare
questo suo trasparente arrubinare.
Chiudi la bocca prima d’annusare
la sua schietta fragranza, il suo inebriare
generoso che t’ammalia e t’abbocca.
Schiocca la lingua se vuoi delibare.
Sciacqua la gola, fallo fermentare
nella glottide, fallo gorgogliare
nella strozza il tuo vino. Poi ti scocca
la sua rossa energia che fa sognare,
inghiottire, per sua virtù, ingoiare.
Attenta, attenta, non ti abbandonare,
che s’alza l’onda e ormai più non si tocca.
Questo sapore nella retrobocca,
questo profumo di violacciocca,
di susina selvatica e albicocca
questo rosso portento che trabocca,
questa dolcevinaria filastrocca,
potremmo ancora più a lungo cantare
e forse anche tornare a incominciare.
Ma non c’è tempo. E’ tempo d’approdare.
Sezione 1 a tema fisso:
2° Classificato
Cadoni Efisio
Villacidro –CA-