E, se fosse ancora uguale la spiaggia,
agli anni dei pantaloni corti,
dipingerei barche capovolte
ad asciugare patina salmastra.
Non succede così, dove si innalzano
Pinnacoli di ciminiere al alimentare colate,
mentre fumano, nei crogioli, magma di acciaio
e le scorie non sono lampare di sera.
Cresce il tonfo del cuore
In questa polvere che secca i passi
Verso un habitat senza bussole di mare.
Restano sogni di cavalli
Che spostavano vagoni,
lo scintillio degli zoccoli sulle rotaie,
la mole del MORO* che guidava la tirata,
seguito dall’uomo dai cento stimoli di voce.
Ora schiumo assenze di pescatori,
inganni di una scogliera arrugginita
e gabbiani che nevicavano, sulla sabbia dorata,
bianche piume nelle stagioni
dei tramonti puliti.

MORO* Leggendario cavallo da tiro che veniva usato per spostare i vagoni delle merci nel Porto di Genova.

Sezione 2
Tema libero
2° Classificato

Giorgi Armando
Genova