Interi pomeriggi
là dove curvano i binari
da un fondo di scarpata guardavamo
il passaggio dei treni. Dietro i vetri
volti chiusi sparivano serrati
nel metallo di lampi
verdi grigi sbucati da una curva.
Quale schema accorda questo andare,
e la fuga fantastica dei volti allineati
rivolti verso un punto indefinito?
diceva il mio compagno.
E intendeva dire: perché
l’enigma del viaggiare è come un taglio
oscuro sui nostri tredici anni?
E io: dicono che anche noi
un giorno saliremo sui treni,
entreremo nelle pieghe del tempo,
nella follia della corsa,
saremo lampo di volti trasparenti,
in conoscibili – congetture, pensieri di un viaggio.
Ma dove andremo? Mi chiedeva.
E guardavamo lontano
Già stretti nella sera.

Sezione 2 a tema libero:
1° Classificato
Bruno Piccinini
Varano Marchesi (PR)