Siamo ore sparse, attimi in subbuglio
col petto nudo e un rosario in bocca
anagrammiamo ombre sul computer
e ci inventiamo somme senza addendi.
.
Sui palchi conficcati nella nebbia
legati al cappio delle avemarie
gridiamo solo acerbe geometrie
parafrasando stanche filastrocche.

E siamo damerini scalzi siamo
occhi rapaci infissi dentro il buio
bruciamo torce tra mattoni sparsi
dell’ultima rovina dei pensieri.

Nel cielo lacerato siamo tutto,
un bricco dorato e un anfora di gesso
un’astronave e carta di barchette
un quadro cartesiano e un amuleto.

Siamo cervelli con le porte arse
siamo finestre cigolanti siamo
storie già raccontate e messe a nuovo.

Magri di sangue ci leviamo sazi
di improbabili venti e di illusioni.

E siamo forse solo un asterisco
posto fra due parentesi e un richiamo
che ci rimanda a nota “troppo tardi”.

LUISO DOMENICO
Bitonto (BA)