IL SANGUE DEL DRAGO

L’estate s’era già accovacciata
ai piedi del muretto ed io
ramarro al sole rubavo
l’ultimo calore della stagione fuggitiva
Bolliva il mosto
fermentavano fantasie
dentro giganti a cerchi di ferro
zampillava il sangue del drago
l’aria densa d’effluvi
che annebbiavano il tempo
Una goccia appena mi bagnava
labbra ancora acerbe
esplodeva meraviglia d’aromi
in bocca e negli occhi lo stupore
di promesse inconfessabili

A fatica trattengo i ricordi
che ora mi scivolano tra le rughe
stillando dal mento
si tuffano nel bicchiere panciuto
che raccoglie i sapori di una vita

E dal bicchiere al cuore
una stufa scaccerà
l’urlo prossimo d’inverno
una gemma dai riflessi sanguigni
da gustare a occhi chiusi…
affogato nel tramonto porporino.

VANES FERLINI
Imola (BO)