L’epopea del grano
E ritorna un vento fra le spighe
torna una falce ad avventarsi
sugli steli innocenti dei papaveri
di quell’epopea del grano
forse m’è rimasta una lusinga
o forse una ferita
come una macchia incancellabile
nell’anima.
Era l’estate allora
e s’udiva un canto in lontananza
di madre intente
a fare lievitare il pane nelle madie
e sui campi invece
un sibilo di falci inesorabili
che guizzano nell’aria.
Di quell’epopea del grano
certo mi restano le stimmate
e una frenesia d’immagini
come un’epifania di vita
o una sarabanda che risale.
Il sangue cerca il sangue
ed ora mi ritrovo intriso
d’una fiamma gialla che dilaga.
E forse sono i sogni quei papaveri
forse quel grano è il sale della vita
e l’epopea è l’infanzia
la mia sola patria
dove ritorna
una farfalla bianca a riposarsi
sul sangue che m’è rimasto fra le spighe.
Giancarlo Interlandi
Acitrezza (CT)