Pensieri silvestri

Quando
a stento percepibile
nella stasi
dell’ozio agreste,
pausa mediana del sole,
il sibilo pigro del vento
pur smuove
le rade chiome
di questi campi
scolpiti di oro e rame
e non oltre
la vista raggiunge
e null’altro
arriva all’orecchio,
nell’ora che nulla succede
si succedono ora
ripetuti pensieri da nulla,
che prendono sapore
dal filo d’erba
consumato sulle labbra
e l’odore
selvatico del pino
che li tiene all’ombra,
nell’attesa che l’uve
trasmutino in vino,
con la mente già ebbra.

Daniele D’ignazi
Roma