Vienimi a trovare

Vienimi a trovare, sotto la quercia vecchia
quella che copre di frescura la panchina
anche se è tardi, la cena è quasi pronta
e il crepuscolo già entra dal cancello.
Pensieri inquieti vagano nel silenzio
le mani sonnecchiano sul ventre, qui seduta
il mondo è un ombra a fianco.
Senza scostare l’orlo della veste
lascio cadere ricordi come foglie
e il pallido chiarore delle ciglia
fa sembrare sogni le amnesie.
È un’ invisibile clessidra il già vissuto
rifugi morbidi a consolare catene
-che stringono il presente.
Vienimi a trovare, con un fiore in mano
come mi portavi da bambino
quando cercavi tra i coriandoli il domani
nelle sere al calore del primo fuoco.
Il mio viaggio già odora d’uva spina
e forse non è più tempo
d’inseguire il corso avido del fiume o di nutrirsi
d’incanti e rosse tegole, ma il fiato degli inverni
non ha scalfito questa stretta di radici
la brina non ha diluito il sangue. Così
resto ad aspettare, dietro
fragili barlumi e caramelle d’orzo.
Nel vuoto che cade, appendo il tuo volto
al centro dell’attesa e spando
in questi giorni lucidi di cielo
tutto il mio amore, vero in ogni istante.

Ida Cecchi
Barberino di Mugello (FI)