Nel meriggio onde lunghe
di rosso, di bruno, di ruggine…
Pigiato nel tino
il frutto prezioso ribolle
dell’oro del giorno
e velluto di notti,
di rugiada e di brume,
liquida luce di luna,
polline,
verde di rame.
Pazzi,
ubriachi in trasparenze d’ali
calabroni ed api.
L’effluvio ottunde il pensiero,
fiacca le membra
premendo l’istinto alle reni.
Bacco gioca il suo ruolo
nel rito ancestrale
e ride sornione
a quell’inno di vita,
d’amore.
Sezione 1 a tema fisso:
3° Classificato
Da Bove Emilia
Sciarborasca –GE-
Sei stato tappato
nel vetro,
recluso,
già pronto per l’uso,
prodigio del mondo.
Ti stappo,
ti bevo,
t’annuso.
-Attento all’abuso!-
E vuoto il bicchiere
schioccando il palato,
godendo all’insieme
profumo di viole
e fuoco del sole
racchiuso
che infiamma le vene.
-Attento,- mi dici,
-vai piano.-
Ma il fuoco celato
mi porta lontano,
lontano,
per mano mi tiene.
E sia quel che sia,
e sia quel che viene.
Ancora ti bevo!
Ti bevo
a piccoli sorsi,
a piccoli morsi
e già sento volare,
ronzare d’attorno
fringuelli d’estate
e api dorate
d’estate.
Sarà quel che vuole.
E giù nel palato
sapore fruttato,
papille appagate,
profumo di viole,
sapore vinoso,
corposo,
orgoglioso.
E giro giocondo,
burattino nel mondo
fintanto che bevo.
Saranno spazzate
le angosce passate
del mondo presente,
che tanto
non mente
il vino divino.
E rido giulivo
da solo.
E’ ridendo che vivo!
Ora finisce l’estate,
dai grappoli al fuoco,
un gioco,
che libera al mondo
rotondo,
il sorriso…
nel viso.
Sezione 1 a tema fisso:
2° Classificato
Zangrando Guido
Mestre –VE-
Dai, scenderemo nel buio di dicembre
e nel silenzio della terra secca
con coraggio, con due sole cose
una parola e un vino.
La parola per far compagnia
il vino per far camminare.
Ci troveremo con l’odore delle viole
tolte dal campo, l’ombra dei densi
filari nell’oscuro inverno,
l’affetto degli sguardi avviluppati
come tralci fra l’uno e l’altro.
Dai, come scendemmo dal pendio
con le gerle piene nell’affocato
settembre
traverseremo schiamazzando le
acque grige che gelidi ci vorrebbero.
Tu ed io, ci basterà vedrai
un po’ di vino, comprati un po’ di
vino; vedrai nascerà subito
una canzone, un soffio di profumo
una fiamma che illumina la neve.
Sezione 1 a tema fisso:
1° Classificato
Pedroni Gian Marco
Vignola –MO-
L’acqua, la dolce acqua della Gordana
che lambiva pietre e sogni
non ha mai cessato il suo racconto.
Noi si.
Gli amici dalle gote rosse,
il colore dei loro occhi,
il chiaro-scuro dei capelli,
sono deboli parvenze confuse
nel tremore
delle canne a ventaglio
sugli argini odorosi.
Dettagli quasi dimenticati.
Ma il cuore sa che più lucidi
erano i pensieri
come foglie molli di rugiada.
Più forte l’amore per le cose
certi di ritrovarle intatte
nella loro essenza.
anche gli occhi cupi del silenzio
che ora incutono timori
avevano bagliori di ginestra.
La vita ci cambia.
Guerriglie personali urtano
contro la dolcezza dei pensieri.
Troppo spesso ci si attorce a rami
d’illusioni cercando la salvezza
nelle radici della memoria.
E così quando si chiudono gli scuri
per lasciare fuori il buio che atterrisce
sono ancora quelle voci di bambini
sfornati come pani
a darmi il senso della casa viva
nel pudore raccolto di madri
sempre piene d’amore.
Sezione 2 a tema libero
3° Classificato
Montanelli Ines Betta
Prati di Vezzano Ligure –SP-
Ti mise
Perle di rugiada sulle foglie,
mia terra, e profumo di grano
che nel pane germoglia, e il suono
del vento sulle tue mille anime,
ti mise Dio forza di pensiero
e steli di speranza, che l’alba
già veniva, silenzio alle tue case
bianche, ai tuoi cortili di pietra,
alle tue alture dove sussurro
era il crescere dell’erba.
Qui i padri
piantarono i loro destini, tra le zolle
magre,dove più forte pulsava il cuore
della terra, qui fluivano stagioni lente
ad ala di brezza e sempre la luna
era passione tra le fronde dei gelsi.
Noi pure crescemmo, che l’acqua
del pozzo ci placò l’arsura in quei giugni
vermigli, quando la luce era farfalla
di fuoco ai terrazzi di basilico e mentuccia.
Crescemmo, che ci cantavano i giorni
tra gli alberi, e ci parlavano i prati,
che già l’azzurro ci fiabava
i sogni.
Coi nuovi pleniluni
verremo alle tue mille anime. E apriremo
Il cielo con lame di stelle, che ci sarà
fiato di Dio ogni tuo respiro.
Sezione 2 a tema libero:
2° Classificato
Caso Giovanni
Mercato S. Severino –SA-
Questa mia vita che costringe l’ora
A dileguarsi, ombra nelle ombre,
e che sospinge in alto i desideri
a contemplare giorni
svanire in altri giorni,
non concede speranza alla mia attesa.
Impedito da deboli pensieri,
il divenire stenta, inutilmente,
a comprendere il senso del domani.
Sfumano in lontananza
pallori di albe e fiamme di tramonti
e, in luce accesa di presente, il tempo
anche gli ultimi sogni discolora.
Sezione 2 a tema libero:
1° Classificato
Colonna Giovanna
Verbania
Scarica in allegato il testo completo dell’Estratto dal Verbale della Giuria:
Sopra il meriggio – gravido
di mosti settembrini –
un pettirosso svola
impazzito di sole.
Rotola i miei ricordi nella sera
Agli acini pesanti
un arpeggio di vento
nascondeva la fine dell’estate
Cespi sfioriti
(memorie di sole)
dondolavano lenti lungo il colle
Risuonavano voci di vendemmia
a stordire momenti
di canzoni perdute
“Vieni” dicevi
“l’estate dei grappoli
rincorre i poggi ci scolpisce i sogni
Torneranno le rondini
ubriache di niente
a fugare la cabala dell’Africa
Respireremo il vento
(sfideremo
– frulli d’arcobaleno –
le ceneri del tempo)”
C’eri ancora
il frusciare delle roncole
cullava il logorio delle stagioni
Ora crescono rovi senza storia
su queste solitudini d’autunno.
Sezione 1 a tema fisso:
3° Classificato
Paciscopi Ambra
La Rotta –FI-
Programmazione Eventi
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