Autunno
È un momento
dove i più vecchi
lasciano la vita ai giovani
facendo con i loro corpi
diventati gialli, rossi, arancioni,
marroni e verde sbiadito
un soffice cuscino
di corpi di foglie.
1° Classificato
Luigi Cremascoli
Firenze
Autunno
È un momento
dove i più vecchi
lasciano la vita ai giovani
facendo con i loro corpi
diventati gialli, rossi, arancioni,
marroni e verde sbiadito
un soffice cuscino
di corpi di foglie.
1° Classificato
Luigi Cremascoli
Firenze
Icaropensiero
Non sa che scrivere
sulle righe bianche
in attesa di grafismi blu…
non lascia orme sulla carta
la mente del ragazzo.
E’ altrove.
Il tema… solo vento e sole.
Piano… strappa piano…
con leggero rumore
la pagina vuota
che docile si piega alle sue dita
e diviene aereo su pista di decollo,
o meglio aliante
che d’un tratto lancia verso l’azzurro
sbocco della finestra aperta,
via d’uscita, fuga volo aria vuoto…
Icaro pensiero
vita
fragile libertà nel cielo…
Ma la magia si scioglie
al richiamo di una voce.
Cerapiuma in sussultoabbaglio
distratto nel biancore.
Precipita con fruscio secco
l’interrotto volo
e s’accartoccia
su ruvida nera corteccia,
nel cortile.
Mordicchia, il ragazzo, la matita,
così… sovrappensiero…
Eliana Olivotto
Belluno
La nuvola bambina
Io sono una nuvola incandescente.
Io dispersa nella mia mente
sola e sorridente
che non faccio niente.
Vivo leggera.
Quando leggo divento grande
come un aquilone nelle sue mani.
2° Classificato
Fantechi Manuela
Pontassieve
Io, Paola, ragazza disabile
Discendo dai fiordi stellari
parabola imprevista di un firmamento stillai
come sentimento buono dall’uva di mia madre.
Mi posate sulle labbra effusioni di pane
Perché ne gusti le eternità i grani
così vivo nell’esiguità di un assaggio
parto da pochi centimetri di inedito:
distinguo lingue di una pace serpeggiante
e argille ferme nelle mani di Dio.
Io fiore celato nel mio abito musivo
(una tessera dopo l’altra, il lento posarsi dei giorni)
ho rifatto il catalogo della bellezza
perché vi fermiate a me, semina nella notte,
a questa rugiada incerta che mi vela occhi e pensieri
e non chiarisce cosa c’è sotto.
Anche domani il mio corpo partirà dall’alto
da una genitura di pioggia e sole,
sarà una poesia che precipita nella carne e suscita radici,
sono Paola e mi chiamo attesa e desiderio.
Io frantoio di un sorriso che vi olia di speranza
ho differito la parola fino a quando il vostro orizzonte
non scoppierà d’amore.
Marco Righetti
Roma
Estate
Oh estate.
Sei arrivata!
I fiori sbocciano
l’erba è più verde,
gli alberi sembrano impazziti
dai tanti frutti.
I bambini hanno
tanta felicità.
3° Classificato
Zarone Niccolò
Firenze
Vecchio padre
Forse ti somiglio
e non piace,
passano gli anni
e i tuoi difetti
li vedo su di me,
ciò che ho odiato
mi copre avvolgendomi
come seconda pelle
che un tempo
avrei scarnificato.
Forse ti somiglio
e non vorrei,
soli e lune girano
e i tuoi pensieri
che non condividevo,
mi occupano la mente
facendomi parlare
con le tue parole.
Forse ti somiglio
e più mi sforzo
per essere diverso,
quasi per osmosi
mi si cuciono addosso
i tuoi conosciuti gesti,
ancora tanto odiati
che ora dovrò viverli.
Francesco Scaffei
Scandicci (FI)
Fermenti di-vini
Nell’otre silenzioso
si pigia semplice mosto
sapore agrodolce
d’anima passa,
resta indelebile
l’idea come orma
di piede e mano
tutt’uno
a tracciare muti
arabeschi lucenti,
a indicare sentieri smarriti.
Noi, corpo indivisibile
di singoli e solitari poeti,
camminiamo per strade
di-versi
tutti appagati
e rischiarati da quei
benedetti
per alcuni dalla sorte
maledetti
fermenti di-vini.
ROBERTA BAGNOLI
BAGNO A RIPOLI (FI)
Fermarsi per strada
Fermarsi per strada
nemmeno sedersi,
fissare su carta
(fazzoletti biglietti)
le ruvidezze,
il gusto pastoso
d’una sera tra blocchi
e mosse studiate,
slanci d’affetto
e carezze mancate,
sguardi sorretti
a boccali vuoti
labbra frementi
in cui tu nuoti
tu nuoti.
Con Orione in fronte
potrei anche finire,
pattinare sull’acqua
dell’asfalto in collina,
ho fatto l’amore col nostro sentire
non più arida e impaurita
cercami sul pontile.
Laura Zucconi
Pistoia
Confidenze tra ubriachi
Ovvero
in vino veritas
Due ubriachi, insieme sulla via,
tornano a casa dopo le bevute,
che di buon Chianti han fatto all’osteria.
Parlano di speranze ormai perdute
o di quel che più hanno in simpatia.
Mentre, pur barcollando, si discute,
passan davanti ad una farmacia
e a uno salta in mente la salute.
Guarda quell’ altro e fa: “Ma senti Cecco,
– te lo volevo sempre domandare –
preferiresti esser malato o becco?”
Cecco si ferma e volto al confidente:
“Questa l’è bella… fammi anche ammalare,
Gigi: che ti pigliasse un accidente!”
Dario Biancalani
Borgo San Lorenzo (FI)
NEL SOGNO
Ti venivo a cercare
tra filari ombreggianti,
chino tra complici tralci
a spiare i tuoi passi
ora lenti ora svelti
come una preda,
la gonna ancor corta,
ondeggiante,
generosa di candide immagini.
E poi,
ansimante e distesa,
offrivi
alle mie mani tremanti
turgide labbra
assetate di succhi novelli.
Ed io,
al riparo da occhi indiscreti,
adagiato al tuo fianco
ammiravo estasiato
le forme da donna
alla quale aspiravi.
E mentre,
qual tralci avvinghiati,
entravo nel tuo sogno,
s’udivan lontane
le grida giocose di bimbi
in attesa di nuova vendemmia.
Sergio Burato
Volta Mantovana (MN)
Pensieri silvestri
Quando
a stento percepibile
nella stasi
dell’ozio agreste,
pausa mediana del sole,
il sibilo pigro del vento
pur smuove
le rade chiome
di questi campi
scolpiti di oro e rame
e non oltre
la vista raggiunge
e null’altro
arriva all’orecchio,
nell’ora che nulla succede
si succedono ora
ripetuti pensieri da nulla,
che prendono sapore
dal filo d’erba
consumato sulle labbra
e l’odore
selvatico del pino
che li tiene all’ombra,
nell’attesa che l’uve
trasmutino in vino,
con la mente già ebbra.
Daniele D’ignazi
Roma
IL SANGUE DEL DRAGO
L’estate s’era già accovacciata
ai piedi del muretto ed io
ramarro al sole rubavo
l’ultimo calore della stagione fuggitiva
Bolliva il mosto
fermentavano fantasie
dentro giganti a cerchi di ferro
zampillava il sangue del drago
l’aria densa d’effluvi
che annebbiavano il tempo
Una goccia appena mi bagnava
labbra ancora acerbe
esplodeva meraviglia d’aromi
in bocca e negli occhi lo stupore
di promesse inconfessabili
A fatica trattengo i ricordi
che ora mi scivolano tra le rughe
stillando dal mento
si tuffano nel bicchiere panciuto
che raccoglie i sapori di una vita
E dal bicchiere al cuore
una stufa scaccerà
l’urlo prossimo d’inverno
una gemma dai riflessi sanguigni
da gustare a occhi chiusi…
affogato nel tramonto porporino.
VANES FERLINI
Imola (BO)
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